Scoprire il tesoro dell'intimità

L’intimità è quel luogo profondo dove l’io incontra se stesso. Un luogo che sveliamo solo a chi se lo merita. Ed è il fondamento dell’amicizia e dell’amore.

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Una delle cose più belle di internet, almeno per chi è cresciuto con il mito dell’enciclopedia, è quella di poter cercare immediatamente ciò che ti interessa. Vai su Google, digiti quello che ti serve e da quel momento devi solo scegliere tra le innumerevoli informazioni disponibili. Certo, poi bisogna verificare che esse siano sempre attendibili o che corrispondano esattamente a ciò che stavi cercando. È quello che mi è successo qualche tempo fa quando, nel preparare un incontro sull’intimità, avevo bisogno di un’immagine che la rappresentasse; ho ingenuamente digitato “intimità” sul motore di ricerca e potete immaginare che cosa sia venuto fuori…

Racconto spesso questo episodio ai ragazzi quando affrontiamo questo tema. E subito dopo chiedo loro se conoscono l’etimologia dell’aggettivo “intimo”. In pochi sanno che la sua origine viene dal latino intimus, superlativo assoluto di interior, che corrisponde all’italiano “interiore”. Grande è quindi la loro sorpresa quando si rendono conto che l’intimità ha a che vedere con ciò che sta più dentro, che è più interiore del nostro essere.

L’intimità è quel luogo profondo dove l’io incontra se stesso: non soltanto è la coscienza di sé ma è soprattutto quel luogo fatto di valori, desideri, sogni, gioie, dolori. Quel luogo che sveliamo solo a chi è in grado di meritarlo. Aiutare gli adolescenti a comprendere questa verità è il primo passo perché divengano consapevoli dell’enorme valore che ha l’intimità; ad essa è infatti legata l’identità, l’autostima, la capacità di entrare in relazione con gli altri, l’amicizia, l’amore, il rapporto con il proprio corpo.

Per scoprire il valore dell’intimità è necessario imparare a guardarsi dentro. Si tratta di un lavoro di per sé già difficile, reso ancora più arduo da un mondo che ci ha abituati a proiettarci costantemente al di fuori di noi: oggi conta molto il modo di presentarsi, il giudizio degli altri, l’accettazione, la moda, l’apparenza. Guardarsi dentro è ancora più difficile per un adolescente, affascinato sì dalla scoperta del proprio mondo interiore ma allo stesso tempo timoroso di scoprire chi è veramente. Eppure è un passaggio fondamentale perché un ragazzo possa lentamente arrivare a rispondere alla domanda che più di ogni altra caratterizza l’adolescenza: chi sono io? Risposta che gli consentirà a sua volta di potersi fare un’altra domanda importante: per chi sono? È impossibile infatti amare un’altra persona senza aver prima imparato a conoscere ed amare sé stessi.

“Accettiamo l’amore che pensiamo di meritare”, si sente rispondere il giovane protagonista del film Noi siamo infinito dopo aver chiesto al suo professore perché certe persone non siano capaci di difendersi da chi le maltratta. Accettiamo l’amore che pensiamo di meritare: è difficile amare gli altri se prima non si è capaci di amare sé stessi. È difficile pretendere di essere rispettati se in fondo si è convinti di valere poco.

Qualche mese fa ho chiesto ad alcuni ragazzi se erano d’accordo sul fatto che tra intimità ed autostima c’è un fortissimo legame; una di loro mi ha risposto così: “Quando una persona ha una grande autostima capisce che la sua intimità non è da concedere a tutti. L’intimità comporta una grande vulnerabilità, e per questo può essere data solo a qualcuno di cui ci si fida, che sia un amico, un partner, un parente…”. È logico che sia così: senza una profonda autostima come si potrà perdere la paura di mostrarsi per quello che si è senza essere sopraffatti dal timore di non essere accettati e amati?

La consapevolezza della propria intimità è inoltre molto importante per poter coltivare relazioni di amicizia e amore. Che cosa condividiamo infatti in una relazione significativa con un’altra persona se non la nostra intimità? E come potremo condividerla se non ne siamo consapevoli perché viviamo costantemente al di fuori della nostra vita? Quante relazioni di amicizia o, ancora di più, di coppia rimangono fragili e superficiali per l’incapacità di uno o di entrambi di scoprire e custodire la propria intimità? Quante relazioni di coppia rimangono sterili perché non si riesce ad andare oltre la sola condivisione del corpo?

Per questo è molto importante educare l’intimità: aiutare i ragazzi a prenderne coscienza, a valorizzarla, a custodirla, a difenderla. Come? È chiaro che molto dipende dall’età e dalla sensibilità di ogni singola persona. Ad ogni modo, alcune indicazioni generali possono essere utili, tenendo presente che si tratta di consigli che sono tanto più efficaci quanto più vengono attuati sin da quando i figli sono ancora piccoli.

Iniziamo, per esempio, a rispettare noi per primi l’intimità dei ragazzi: i loro silenzi, i loro tempi, i loro spazi. Sappiamo quanto non è facile vincere la tentazione di curiosare e intrometterci nella loro incipiente vita affettiva, soprattutto davanti al timore che possano farsi del male. “Ero talmente impaurita che potesse commettere degli errori che sono andata a curiosare nel suo diario, pur sapendo che se mi avesse scoperto avrei perso per sempre la sua fiducia”. Queste parole di una mamma che un giorno venne a trovarmi preoccupata per alcuni atteggiamenti della figlia parlano da sole. Quasi sempre siamo consapevoli che violare l’intimità dei figli è un errore così grande da compromettere il rapporto di fiducia che ci deve essere con loro e nonostante ciò continuiamo a farlo.

Impegniamoci quindi a rispettare la loro intimità, sia fisica che interiore. Aiutiamoli poi a riflettere su quello che significa condividere i propri spazi personali sui social network. Quante volte, senza che ce ne rendiamo conto, mettiamo in piazza la nostra intimità pubblicando informazioni che mai e poi mai riveleremmo se fossimo faccia a faccia con i nostri amici social?

Un altro campo è quello del modo di vestire e di parlare. Papà e mamma, da prospettive diverse, possono per esempio aiutare i figli a comprendere i messaggi che vengono trasmessi da un certo modo di vestire più o meno provocatorio, tipico dell’adolescenza.

Insegniamo ai ragazzi a coltivare il pudore che lungi dall’essere qualcosa di superato è una qualità molto importante per chi ci tiene a difendere e custodire la propria ricchezza interiore. “L’intimità è una sfera fatta di pudore”, mi ha detto una volta una ragazza; non sarà una definizione perfetta di intimità ma lascia intendere che, nel fondo del loro cuore, i ragazzi conoscono molto bene il legame che c’è tra intimità e pudore, anche se a volte non sanno spiegarlo.

Insomma, i modi per aiutarli a custodire la propria intimità sono davvero tanti. In fondo, si tratta di mettere in pratica le parole di una ragazzo che, alla domanda su come si può difendere e sviluppare meglio la propria intimità, mi ha risposto così: “Attraverso l’aiuto di persone speciali nella propria vita”.

E noi non siamo forse persone speciali?

Articolo pubblicato sul numero di settembre 2018 della rivista “Missione Maria

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